La verità è che il compromesso microbiologicamente più sicuro per uomo e ambiente è la sanificazione: è più impegnativa perchè prima agisco sui depositi e poi, quando ne ho pochi, uso un prodotto battericida senza esagerare.
Un batterio per replicarsi deve trovare residui organici, altrimenti non ha modo di esplicare la sua vita basata, come la nostra, sul ciclo del carbonio. Un virus, per replicarsi, ha bisogno di trovare batteri ai quali legarsi per inoculare e crescere.
Batteri e virus ci circondano, ma se manteniamo le superfici pulite eliminando le sostanze di cui si cibano saranno denutriti, spossati. Poiché è la dose che fa il veleno, pulire è spesso sufficiente.
Le indicazioni per l’igiene di OMS e ISS
Certo, ora siamo nel panico, sconvolti dalla paura. Per forza, chi avrebbe retto ad un attacco mediatico così intenso, ma a mente lucida i suggerimenti di OMS ai quali tutti hanno fatto riferimento, sono stati fin da subito:
- lavarsi le mani spesso con acqua e sapone per almeno 20”
- pulire le superfici con i comuni detergenti.
Semplice, nessun disinfettante: solo pulito e dove c’è pulito, c’è igiene. (Fonte OMS)
Nei locali invece dove un malato di COVID-19 accertato è stato o ha transitato è necessario sanificare dopo aver pulito e come decontaminanti sono suggeriti etanolo 70%, ipoclorito (candeggina) 0,1% e acqua ossigenata 0,5%. (Circolare 5443 del 22-02-20)
Panico: come si fa a sapere se è passato un malato o no? Sanifichiamo tutto. E tutti a cercare disinfettanti. Calmi, rilfettete. Al solito, prima si pulisce in modo che il poco che rimane dopo l’azione fisica, con un decontaminante si uccida più facilmente. Meno battericidi, uguale efficacia.
Cosa usare?
Disinfettanti, certo, Presidi Medico Chirurgici (PMC); ma attenzione ai tempi e ai metodi di impiego. Garantiscono un risultato solo se si lasciano lavorare, frequentemente anche 5 minuti. Comunque è tutto riportato nelle etichette.
Ma ci sono soluzioni più rapide, le indica la Circolare 5443. Diffidate delle soluzioni pronto uso di sodio ipoclorito 0,1% e acqua ossigenata 0,5%. Sono instabili in quanto perdono titolo ( cloro o ossigeno) rischiando di diventare inefficaci.
Lavereste con soda salata o con acqua. Avete mai letto ad esempio l’etichetta della comune candeggina? È indicato “contenuto in cloro X% al momento dell’imbottigliamento”, questo significa che non è detto che quando la usiate abbia lo stesso contenuto di cloro e in caso questa sia molto diminuita non è più efficace.
L’unica soluzione pratica da adottare per le superfici è l’alcol etilico al 70% che, su superfici pulite, decontamina in 1minuto (https://cnsc.iss.it/?p=2801, pag 5). Poi però ci siamo chiesti:
Ma la superficie sanificata, per quanto tempo mantiene il suo stato?
Se dopo aver usato l’alcol vi sentite più tranquilli, è inevitabile un’altra domanda: cosa accade dopo che è evaporato? La superficie per quanto mantiene il suo stato?
Abbiamo imparato che sono i droplets a trasportare il virus nell’ambiente e che cadendo a causa della gravità si depositano sulle superfici. Quindi, dopo la sanificazione, le superfici dove cadono i droplet si contamina di nuovo? La risposta è ovvia: SI.
Non c’è nulla sulla superficie che possa proteggerla dalla nuova contaminazione e i nuovi droplets si depositano e contaminano come prima. Questo vale anche per i gel alcolici, dopo averli usati non lasciano sulle mani nessuna protezione. È frustrante, vero?
ALCOLINA 70, la soluzione efficace
Noi abbiamo pensato ad ALCOLINA 70: 70 come i 70 g di etanolo su 100 g di prodotto. Può essere usata ovunque: superfici dure, vetri, specchi, maniglie, tastiere, schermi touch e tutto quello che viene in mente e abbiamo fatto ancora di più......
ALCOLINA 70 e gel ALCOLINA per mani: effetto immediato e prevenzione contro nuove contaminazioni
ALCOLINA 70 contiene 1500 ppm di benzalconio cloruro un battericida approvato per prodotti disinfettanti per superfici e ha una doppia azione:
- l’alcool uccide immediatamente i virus
- il benzalconio cloruro si lega alle superfici dure per offrirgli una resistenza temporanea alla nuova contaminazione.
Il gel lavamani ALCOLINA contiene contiene 2000 ppm di bifenil-2-olo capace di creare una barriera protettiva sulla pelle.
Continuate a seguirci: continueremo a cercare informazioni, elaborarle con competenza e passione e a restituirvele in un modo che ci auguriamo comprensibile.
A breve attiveremo un canale Facebook (alcolina.it) sul quale poter condividere anche i vostri suggerimenti.
Buon lavoro!
Dr Cristiano Verga
Titolare e Direttore Scientifico EQ