La linea di prodotti STOP OIL nasce dalla volontà di sostituire il petrolio come materia prima per la produzione dei lubrificanti. La praticità, facilità, economicità che è legata all’uso del petrolio e dei suoi derivati si sta dimostrando negli ultimi tempi falsa e poco realistica. I cambiamenti climatici, l’inquinamento ambientale, le guerre e le conseguenze che iniziamo a pagare, sono la testimonianza che è arrivato il momento di cambiare approccio e tornare ad usare l’immaginazione per disegnare il nostro futuro evitando di accettare quanto proposto ma allenandoci a pensare qualcosa di diverso.
Oggi con la linea STOP OIL abbiamo creato la possibilità di trasformare le officine di lavorazioni meccaniche in luoghi di lavoro più sani e meno inquinanti togliendo da tutti i prodotti che servono per la produzione meccanica, il petrolio.
Nelle lavorazioni meccaniche, sappiamo che l’untesile che lavora deve essere raffreddato e lubrificato al fine di ottenere stabilità dimensionale del pezzo in lavorazione; per fare questo si ricorre alle emulsioni, miscele contenenti 90-95% di acqua e 5-10% di olio. Questo olio, che deve essere reso emulsionabile, è formato da un distillato petrolifero che viene opportunamente additivato allo scopo di rendere stabile la dispersione dell’olio nell’acqua, e conferire una serie di caratteristiche peculiari come la protezione anticorrosiva, la resistenza alla degradazione microbiologica, ecc.
Quando questa massa viene spruzzata sull’utensile in lavorazione, svolge una azione di raffreddamento e di lubrificazione riducendo gli attriti di scorrimento del materiale asportato (truciolo) sull’utensile. Il truciolo asporta circa il 70% di calore della lavorazione. La massa asportata a seconda del materiale e della temperatura che raggiunge, richiede un determinato quantitativo di acqua e un tempo di contatto per essere raffreddata, esattamente come in un qualsiasi sistema di scambio termico. Quando questo non avviene, l’acqua evapora completamente e il truciolo, ancora caldo, scalda la parte oleosa fino a produrre fumosità.
Il fenomeno si osserva in molte officine meccaniche dove l’olio bruciato rimane come una nebbia azzurrognola sospesa nell’aria.
Questa nebbia di olio bruciato contiene sostanze note come Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) che sono classificate cancerogene. L’abbattimento di queste nebbie è obbligatorio al fine di rispettare le normative che tutelano la salute dei lavoratori.
Secondo il regolamento europeo di classificazione ed etichettatura delle sostanze e dei preparati pericolosi, un derivato idrocarburico è considerato cancerogeno quando l’estratto in dimetilsolfossio (DMSO) eseguito seguendo la metodologia IP346, è superiore al 3%; se è inferiore al 3% non risulta classificato tale.
La riduzione di queste sostanze all’interno degli oli richiede processi industriali più o meno spinti che incidono poi sul costo della materia prima. I valori tipici di estratto in DMSO per la maggior parte dei lubrificanti impiegati negli oli emulsionabili in commercio, soprattutto quelli più economici, è 2,7 (noi, per i nostri oli tradizionali, spendiamo di più e usiamo oli con contenuto inferiore a 1).
Gli IPA si formano per surriscaldamento degli oli; capisce quindi che portarsi in condizioni in cui il fluido emulsionabile possa contenere un quantitativo preoccupante di IPA non è affatto impossibile ma anzi direi assolutamente probabile.
In queste considerazioni non abbiamo accennato agli oli di perdita, soprattutto l’olio guide, che va a finire nell’emulsione, viene disperso e portato sull’utensile in lavorazione aumentando ulteriormente il rischio.
Conoscendo questo pericolo, dal 2008 abbiamo iniziato a lavorare impiegando basi lubrificanti sintetiche di tipo estere (per intenderci chimicamente simili agli oli vegetali) che oltre a non contenere IPA, provengono da fonti rinnovabili e possono essere smaltiti biologicamente e non con processi di combustione.
Il primo prodotto formulato fu E-COOL ma restava sempre il problema della lubrificazione del macchinario (idraulico, guide, ingranaggi).
Dopo anni di test anche la lubrificazione macchinario è stata messa a punto con prodotti, gli attuali IDROL E, GUIDOL E e INGROL E, che non derivano dal petrolio, sono senza IPA, sono biodegradabili e da fonti rinnovabili.
Anche E-COOL ha fatto il suo percorso e ha lasciato strada ad un nuovo emulsionabile, EQ2O che ha un ulteriore vantaggio; oltre a non essere formulato con basi petrolifere, non contenendo quindi IPA, tecnicamente non è nemmeno un emulsionabile in quanto la base lubrificante ha una intrinseca solubilità nell’acqua. Questo consente di poter ridurre decisamente il pacchetto emulsionante a favore di additivi prestazionali, anticorrosivi, ecc. con il risultato di ottenere una emulsione che lavora tutti i materiali metallici (abbiamo testato materiali molto diversi dalle leghe di alluminio agli acciai comuni e inox, ma anche inconel, monel, hastelloy, titanio) e sostenendo le lavorazioni più leggere come rettifica e fresatura ma anche le più pesanti come foratura e maschiatura.
La sua solubilità in acqua rende l’emulsione assolutamente stabile nel tempo senza fenomeni di invecchiamento o separazione che sono tipici delle emulsioni tradizionali potendo quindi risultare anche molto economica in uso.
E’ un primo passo che aprirà la strada a nuovi sviluppi; al momento ci consente di poter offrire ai clienti un nuovo modo di concepire l’officina di produzione meccanica, un luogo esente da petrolio, che svolge le sue funzioni in modo sicuro per chi lavora e riducendo il suo costo ambientale.
Il sogno di domani è che poi i reflui di queste officine possano essere smaltiti più economicamente attraverso processi di biodegradazione naturali come quelli dei depuratori e non avviati, come oggi, a processi di combustione che poi vanno comunque ad incidere negativamente sulla qualità dell’aria e sul clima in genere… ce la faremo.