Voglio iniziare il nuovo decennio confermando un impegno green che da sempre è stato una linea guida per me e per la mia azienda, ma che sento necessario rimarcare ora più che mai.
I cambiamenti climatici sono un fatto: l’Australia, l’Amazzonia, la California bruciano, Venezia annega, le estati sono roventi e i ghiacciai si sciolgono, la mancanza di neve a Natale, gli impianti sciistici chiusi al di sotto dei 2000 metri, le “bombe d’acqua” allagano le città che poi in estate sono aride.
Sono bastati 50 anni per assistere a questi cambiamenti, basta chiedere ai nostri nonni se hanno memoria di episodi simili e vi renderete conto che non era così. Poteva capitare l’evento casuale ma non era la “normalità”.
Anch’io ho un ricordo: negli anni 1980-1985, sciavo al Monte Crocione in Val d’Intelvi. In inverno, il mercoledì pomeriggio dopo la campanella un volkswagen T2 passava a prenderci e alle 14.00 iniziavamo gli allenamenti di sci. Al Monte Crocione già da qualche anno non ci sono più nemmeno gli impianti di risalita perchè in inverno non c’è neve. E’ a 1640m e anche questo è un fatto.
E’ colpa nostra? Non lo so, non lo sappiamo, si dice tutto e il contrario di tutto.
CO2 nell’atmosfera: mai così alta
Certamente c’è un altro fatto: la concentrazione di CO2 nell’aria è più elevata che mai e continua a crescere. Le attività umane contribuiscono per il 3,6% al totale delle emissioni di CO2 ma pesano su un equilibrio che da milioni di anni cerca di crearsi. (Per approfondimenti clicca qui)
Nella storia del pianeta ci sono stati parecchi periodi in cui la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è stata alta ma poi è scesa seguendo un andamento altalenante tipico della ricerca di un equilibrio (Per approfondimenti clicca qui).
L’ho imparato dagli studi e sperimentato vivendo: tutto è un equilibrio. In ogni equilibrio, forze contrastanti si misurano costantemente senza che una prevalga sull’altra, ma quando anche una piccola, minima, modestissima modifica interviene, ecco che tutto si muove in cerca di un nuovo equilibrio.
E’ dunque possibile che il contributo umano, quel 3,6% che giudichiamo piccolo, non sia così insignificante e che abbia causato quel minimo squilibrio che oggi sta provocando i grandi mutamenti a cui assistiamo?
Scrivo minimo perchè per la terra 1000, 3500, 6000 ppm di CO2 sono già esistiti, esisteranno in futuro, ma per noi, specie umana, potrebbero essere insostenibili (in quei periodi non c’era l’uomo e le condizioni climatiche pare non permettessero la nostra vita).
Un periodo con valori di CO2 simili a quelli correnti (400 ppm) risale a 15 milioni di anni fa , durante il medio Miocene. In quel periodo, la temperatura globale era di 12-15 °C superiore a quella attuale. Il livello del mare era 20-40 m più alto. Non c’era la calotta di ghiaccio permanente nell’Artico e poco ghiaccio sia in Antartide che in Groenlandia.( Per approfondimenti, clicca qui).
Provate ad immaginare una estate con temperature più alte di 12-15°C rispetto alle attuali?!?!?
Il Calendario Cosmico di Carl Sagan
Siamo ospiti di un grande sistema che è nato molto prima di noi, è il nostro presente, continuerà a vivere anche dopo di noi. Ci sono voluti miliardi di anni perché microbi e alghe cibandosi e trasformando quello che c’era, abbiano creato le condizioni di vita attuali, la vita del carbonio. Se usiamo il concetto del Calendario Cosmico di Carl Sagan e consideriamo che la vita della terra dalla sua formazione ad oggi sia di un anno solare, hanno lavorato fino al 2 Novembre. Da lì inizia la vita pluricellulare in acqua, la diversificazione, l’uscita e l’adattamento alla terra ferma, insetti, anfibi, rettili, mammiferi, piante, un mondo simile al nostro nel quale tuttavia non c’eravamo ancora. Noi Sapiens, arriviamo alle 23.32 del 31 Dicembre.
Noi dobbiamo continuare a usare le risorse finite della terra; oggi estraiamo prodotti di trasformazione di organismi che hanno vissuto milioni di anni fa e li usiamo come combustibili, lubrificanti, materie prime per produrre plastiche, ecc.;
Alla fine del ciclo, vengono bruciati per produrre energia emettendo CO2 e il carbonio intrappolato milioni di anni fa torna in circolo. (Per approfondimenti clicca qui).
E’ ora di agire e aiutare noi e il pianeta
Non siamo capaci ancora di vedere fonti di energia diverse dal carbonio, che lo si bruci direttamente o che ci si produca energia elettrica sempre CO2 emettiamo. Anche l’uso delle biomasse come combustibili non è una soluzione: il sole può esserlo, il vento non lo so, ma per ora è meglio di niente.
La comunità scientifica ci sta lavorando e io mi fido. Siamo Sapiens e con studio, ingegno e applicazione, ci arriveremo. Dobbiamo solo dargli tempo e possiamo farlo.
Come? Risparmiando energia. Se riuscissimo ogni giorno a ridurre i consumi di energia, ottimizzare gli spostamenti, usare i mezzi pubblici, spegnere le luci LED quando non servono, mettere un maglione in più e tenere 18°C in casa,daremmo un contributo importante.
Il risparmio energetico si ottiene, inoltre, sfruttando al 100% le risorse. Ecco perchè è importante nell’industria avere i processi sotto controllo, ottimizzarli e ridurre gli smaltimenti che non sono solo un costo economico, ma anche un costo ambientale. Fare lavorare bene gli utensili vuol dire usarne di meno, allungare la vita delle emulsioni, vuol dire smaltirne di meno, scegliere prodotti più performanti, vuol dire consumare meno energia.
È ora di smettere di pensare che non sia un problema nostro e di convincerci che un piccolo contributo se è collettivo, diventa una grande svolta. Aiutiamoci.